Il David di Michelangelo

 

Michelangelo Buonarroti

Caprese Michelangelo 06/03/1475- Roma 18/02/1564

Nasce a Caprese, figlio del Podestà Leonardo, che a poche settimane dalla nascita si trasferisce a Firenze e affida il piccolo a balia da una famiglia di scalpellini di Settignano.

A 13 anni viene messo alla “bottega” di Domenico Ghirlandaio, per imparare a dipingere, ma dopo solo un anno -e non tre come previsto- abbandona la bottega, forse a causa del suo precoce talento e indipendenza dal maestro, che a quanto pare ne era invidioso.

E qui prende il via la lunga ricerca di se stesso, attraverso il mondo dell’arte che si fonde con la sua vita.

Molto è stato detto di Michelangelo e forse sarebbe utile un momento di riflessione, perché tutto questo parlarne ci ha trasmesso nel tempo un mito /Michelangelo che a noi non interessa.

Il mito, ben sappiamo, è sempre supporto dei poteri e raramente lo è delle conoscenze.

E a questo proposito nascono gli storici dell’arte, che moderni cortigiani, reinventano nel tempo valori e contenuti diversi per compiacere “ i lor signori”… e molto spesso anche solo se stessi.

E quindi nel tempo il David è mito:

-di bellezza,

-di classicità riscoperta,

-di emozionante estetica rinascimentale,

-di forza,

-di recente anche di omosessualità

… e ancora non è finita!

Mentre per Firenze il David di Michelangelo è il simbolo della libertà, e i fiorentini sempre lo coinvolsero nelle loro rivolte, anche prendendolo a sassate (1527) in occasione dell’ennesima cacciata dei Medici.

Molto si è detto sulla collocazione del David (commissionato e pagato dagli operai dell’opera del Duomo, non va dimenticato), ma vogliamo annotare che fu il Gonfaloniere

Pier Soderini, che per primo ne intuì la forza propagandistica, non come valore religioso ma come valore civile e lo utilizzò a tal fine, ponendolo sul sacrato di Palazzo Vecchio.

Oggi il David è al chiuso di un museo con alle spalle una quinta teatrale che di certo lo spettacolarizza, ma nello stesso momento ne annienta il messaggio originale, del “potere delle libertà”. (Mentre una copia è sul sacrato ancora come strumento di propaganda…)

DAVID (1501- 1505 Firenze)

Importante ricordare che la totale nudità è per la prima volta riproposta, dai tempi di Roma antica, e questo è possibile in quella Firenze del ‘400 che andava riscoprendo il mondo classico, nascosto con tanta forza per secoli dalla chiesa cristiana.

Michelangelo fa qui la prima affermazione visiva del potere e della dignità dell’essere umano naturale e non divino.

Il David è per sua natura una figura in movimento, e tante sono le interpretazioni proposte nella storia, in particolare in Firenze ma poi anche da altre parti. Michelangelo porta però il suo pensiero ad un modello nuovo di uomo, come una sorta di liberazione alle irritanti limitazioni della vita quotidiana, ancora oggi motivo di riflessione sul nostro quotidiano.

Il David come simbolo di libertà… Quando un uomo è libero?

– Quando non appartiene a nessuna ideologia o religione, questo ci suggerisce la nudità del David.

– Lo sguardo non è al cielo né alla terra, ad indicare la libertà come valore individuale nella riflessione della forza interna.

– Ancora la pietra è in una mano, e l’arma nell’altra, a dirci che la libertà non è nella storia ma nella propria volontà.

– La testa è più grande, non trucco prospettico, ma simbolo della forza che sta nel pensiero.

– La mano che tiene la pietra è anch’essa più grande ad indicarne lo strumento di cui il pensiero si serve.

… E quindi parlino le opere d’Arte!

Daniele Falco